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Attualità venerdì 01 luglio 2016 ore 12:29

I comuni “fanno orecchie da mercante"

E’ rimasta inascoltata la richiesta di Cna Massa Carrara di un'auspicabile riduzione della Tari per le imprese che producono rifiuti speciali



MASSA — Le sole imprese della provincia di Massa Carrara hanno pagato 25 milioni di euro di Tari per il solo 2015. Questa la stima delle tasse pagate su rifiuti già avviati allo smaltimento, a causa di una diffusa applicazione illegittima della Tari. Un tributo trasformato in un bancomat per i Comuni che il sistema produttivo è costretto ad alimentare. Il prelievo non è di oggi. Dalla Tarsu alla Tia, dalla Tares adesso alla Tari la storia non cambia. Molti comuni continuano a chiedere soldi anche sui rifiuti speciali che le imprese smaltiscono tramite i circuiti di raccolta privata, in maniera ecologicamente corretta e coerente con i principi comunitari.

 “Ad oggi – spiega Paolo Bedini, Presidente Cna Massa Carrara – non abbiamo ancora ricevuto riscontro a questa richiesta di incontro ne tanto meno alcuna risposta”.

“L’indifferenza delle nostre amministrazioni – spiega Paolo Ciotti, Direttore Cna Massa Carrara – è l’ennesima prova della distanza dalle esigenze delle imprese. I comuni non percepiscano il ruolo delle associazioni. Mi auguro che si ravvedano prima che alcune aziende intraprendano azioni legali: l’applicazione della Tari, per alcune di loro, è illegittima”.


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