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Attualità sabato 24 settembre 2016 ore 18:36

Imprese a rischio con la riforma

La chisura della camera di commercio apuana metterà a rischio l'attività di circa 23 mila imprese. Erogati in 5 anni oltre 2 milioni e mezzo di euro



MASSA —  Ossigeno che dal 2018 verrà a mancare in caso di attuazione alla lettera della riforma voluta da Renzi. 

Con la chiusura dell’ente camerale, destinato secondo la proposta di decreto legislativo di riordino delle funzioni e del finanziamento degli enti camerali a diventare uno sportello sul territorio senza nessuna governance locale, le risorse a disposizione di imprese ed artigiani saranno sensibilmente ridotte. Solo nel 2015, anno che ha segnato la riduzione del diritto camerale che le imprese versano ogni anno, la risorse messe a disposizione per finanziare la partecipazione a fiere nazionali ed internazionali e per incentivare processi di sviluppo e miglioramento aziendale, sono state ridotte del 12%. “La Camera di Commercio – spiega Dino Sodini, Presidente dell’ente camerale – ha garantito, in questi anni, un sostegno fondamentale alle imprese del territorio: ne ha stimolato la crescita e l’internazionalizzazione. E’ l’unico soggetto, a livello territoriale, che ha continuato ad investire sulle pmi e sugli imprenditori. Con questi tagli l’ente non avrà più la forza di alimentare il motore della nostra economia, che sono le imprese. La riforma, nonostante le buone intenzioni, avrà un effetto devastante sulle piccole imprese che rappresentano il 90% del nostro tessuto economico. D’accordo sull’eliminare qualche poltrona, ma non sono d’accordo sul penalizzare le imprese”.

La sforbiciata riguarderà, non solo la parte finanziaria, ma anche le funzioni degli enti camerali: il decreto riduce a fianco della funzione di promozione dell’economia locale, il supporto per l’accesso al credito e alla digitalizzazione. “Con questa riforma si rischia lo stesso caos delle provincie che non ha prodotto nessun beneficio alla comunità. – analizza ancora Sodini – Con il miraggio di tagliare del 50% il diritto annuale – mediamente di 54 euro ad impresa - si produrrà un danno alle imprese in termini di contributi e servizi che verranno necessariamente meno. Questa riforma, oltre a ridurre da 105 a 60 le Camere trasformerà i nostri enti in uffici di collocamento con funzioni specifiche nell’alternanza scuola lavoro ed in materia di orientamento ed incontro domanda-offerta di lavoro. Questa riforma non porta in dote nessun passo in avanti ma solo tagli lineari”. Il presidente dell’ente camerale teme, per la provincia di Massa Carrara, una fusione “a freddo” con Lucca e Pisa: “in quel caso non avremo più nemmeno un rappresentante nel consiglio di amministrazione. Le imprese pagheranno un diritto annuale ma le risorse saranno investite anche nelle altre province. Altro scenario una fusione a due – conclude Sodini – in quel caso avremo un minimo di autonomia ma sarebbe sempre ben poca cosa rispetto ad oggi”.

Aggiornamenti ed informazioni anche sulla pagina ufficiale Facebook www.facebook.com/cameracommercioMS?ref=hl


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