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Lavoro lunedì 27 ottobre 2014 ore 18:10

L'export funziona, ma la ripresa è lontana

In provincia, edilizia, turismo, commercio e attività portuale sono in caduta libera. Il credito mette in crisi le piccole imprese



MASSA CARRARA — Edilizia, turismo, commercio e attività portuale in caduta libera. A reggere un po' l'economia della provincia di Massa Carrara ci sono solo le esportazioni, che la mettono al secondo posto tra le province del Paese per prodotti venduti fuori dai confini nazionali. 

Hanno fatto bene solo per sei mesi, invece, le industrie manifatturiere, che sono tornate a pagare le difficoltà di accesso al credito. I dati relativi al primo semestre 2014 sono realizzata dall’Istituto di Studi e Ricerche della Camera di Commercio di Massa Carrara.

Le imprese che nascono (809) sono di più rispetto alle imprese che hanno abbassato la saracinesca (687) a conferma di una vitalità del tessuto imprenditoriale locale addirittura superiore come andamento a quello della Toscana (+0,3%) e nazionale (+0,2%).

Nei primi sei mesi del 2014 hanno visto la luce quasi 5 imprese al giorno. “È necessario – secondo Vincenzo Tongiani, presidente Isr della Camera di Commercio – velocizzare i processi decisionali e costruire le condizioni per favorire gli investimenti. Ma prima dobbiamo sapere dove vogliamo andare altrimenti è tutto inutile”.

L'export ha superato 1,3miliardi di euro di vendite con una variazione straordinaria del +59,2%, pari a 480milioni di euro in più rispetto al 2013. 

La Provincia di Massa Carrara è seconda solo alla provincia di Torino (media
toscana + 0,8%, italiana + 1,3%). Artefici di questa sorprendente performance l’ottimo andamento del settore della produzione di macchinari e apparecchi (+114%), condizionato dall’attività del Nuovo Pignone, ma anche delle apparecchiature elettroniche (+20,7%), del legno (+6,8%), mezzi di trasporto nautici (+10,4%), del consolidamento dell’abbigliamento con poco più di 14milioni di euro in valore, oltre naturalmente al lapideo (+5,6%) con in testa marmo e granito lavorato (+4,6%) e materiale grezzo (+21,4%). 

Contrazione, anche consistente per le esportazioni di prodotti di metalli (-17,9%), per sostanze e prodotti chimici (-1,8%) che mantiene comunque la sua importanza con oltre 55milioni di euro di interscambio e per il settore delle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento (-66,9%) che però ha una bassissima incidenza sul valore complessivo.
Sono 11mila gli apuani in cerca di occupazione: è il turismo a presentare il saldo più negativo con il 6,7% in meno di addetti nonostante le previsioni di assunzione, da parte delle imprese, di 420 addetti a carattere stagionale su cui però non il rapporto non è ancora in grado di esprimersi. Sono però un po’ tutti i compartimenti, eccezion fatta per trasporti e spedizioni (+0,5%) e per l’edilizia (-5%) che non riesce a risollevarsi nonostante i segnali di fine 2013, che nel complesso non sono stati capaci di creare occupazione (-2,8%). 

L’emorragia occupazionale è in parte “alleviata” dagli ammortizzatori sociali: tra cassa integrazione ordinaria che è diminuita (-33,8%), straordinaria che al contrario è esplosa (+451%) e in deroga (-3,6%) il totale di ore di cassa integrazione autorizzate è aumentato del 5,3% (pari a 1.285.258 ore) con una netta predominanza delle ore autorizzate agli impiegati (+93,9%) rispetto al semestre dell’anno precedente.

I prestiti nei confronti delle imprese hanno registrato una contrazione del -3% (media regionale – 1%): il monte complessivo, ovvero la somma totale di tutti i prestiti lordi erogati al sistema economico provinciale, famiglie, imprese ed enti è sceso al di sotto dei 4miliardi (-1,9%). 

In merito ai finanziamenti alle famiglie locali hanno continuato a mostrare un andamento positivo, in controtendenza rispetto all’ambito regionale (+0,3%) così come i depositi (+5,3%). 

Archiviato il 2013 come l’annus horribilis degli ultimi 10 anni, le previsioni per il 2014 non sono incoraggianti con le vendite correnti sono diminuite del 4,3%. 

Da non sottovalutare l’incidenza dei divieti di balneazione. Il 2013 si era chiuso con una contrazione generale delle presenze (-13,8%) e degli arrivi (-10,7%) ma con la speranza di un 2014 migliore e più vigoroso. L’anno che sta volgendo al termine rischia seriamente di essere uno dei peggiori per il nostro turismo con un calo di fatturato che supererà il 20%, l’8,8% sul fronte dell’occupazione rispetto all’anno precedente. Con la costa a soffrire di più: nei tre comuni costieri il calo ha raggiunto il -26% in termini di fatturato e l’11% sull’occupazione.


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