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Attualità venerdì 15 luglio 2016 ore 09:45

Rossi risponde al Comitato Acqua Gola

L’acqua deve essere pubblica. Bisogna garantire un quantitativo minimo per le utenze morose e introdurre una tariffa sociale per i meno abbienti



MASSA — “Il tema dell’accesso all’acqua e della sua gestione – scrive il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi rispondendo all portavoce del comitato acqua alla gola Alfonso Baldi - è sicuramente uno di quelli di maggiore importanza.

Occorrono principalmente 2 cose. La prima è che l’acqua sia pubblica, gestita, mano mano che scadono le concessioni, da società che, diversamente da quelle miste, reinvestano per legge tutti gli utili. La seconda è che si faccia un piano nazionale di investimenti basato su una tariffa differenziata in base al reddito. Come saprà – scrive ancora Rossi - GAIA s.p.a. è una società per azioni a partecipazione pubblica il cui capitale sociale è detenuto dai Comuni interessati sul territorio. Ciò premesso, nella determinazione della tariffa per il consumo dell’acqua concorrono più fattori, a partire dalle normative comunitarie (direttiva EC/2000/60) e nazionali (d.lgs 152/2006).
In Toscana è l’AIT l’Ente preposto alla fissazione della tariffa e lo fa seguendo i criteri stabiliti a livello nazionale dall’Autorità per l’Energia Elettrica Gas e Sistema Idrico (AEEGSI), che con la determinazione n.643/2013 ha applicato il nuovo metodo tariffario.

Grazie alla funzione di impulso esercitata dalle Regioni sul Governo Centrale – conclude il presidente Rossi - sono di prossima emanazione due decreti che intendono correggere alcune distorsioni e favorire le utenze particolaremente svantaggiate. Da un lato, introducendo una tariffazione sociale e, dall’altro, fissando un quantitativo minimo “vitale” che impedisca la disalimentazione per utenze morose a causa di determinate condizioni d’indigenza nonché per utenze di servizi pubblici strategici.”


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